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Convegno sulle sale d’essai a Mantova

Il convegno “Che ne sarà di noi – Le sale d’essai verso la nuova legge cinema” svoltosi a Mantova in chiusura degli Incontri del cinema d’essai si è aperto con un messaggio video della senatrice Rosa Maria Di Giorgi, relatrice del ddl approvato in Senato giovedì, che ha sottolineato la collaborazione con tutti i soggetti del cinema e la volontà politica mostrata dal ministro Franceschini. “Dopo un bel dibattito e un lungo percorso – ha affermato la senatrice – abbiamo finalmente una nuova legge sul cinema: un testo che poteva essere migliore, ma che rappresenta un punto di arrivo. Partendo dall’idea che il cinema è cultura, si potevano giustificare i finanziamenti. In Commissione Cultura è stato portato avanti un lavoro bipartisan, abbiamo lavorato tutti con grande passione nella convinzione che si dovesse dare una nuova impostazione al sistema cinema”. La senatrice ha ricordato che la prima impostazione, con un ddl a sua firma, si ispirava al sistema francese, percorso poi interrotto, “ma una buona ispirazione è stata mantenuta dal ddl governativo, che punta sul cinema come strumento di crescita complessiva del Paese. In questo discorso il cinema d’essai ha un ruolo fondamentale, come abbiamo sottolineato con l’articolo 2: vogliamo sostenere il cinema di qualità, che rappresenta una nuova elaborazione culturale. Riteniamo che il film difficile debba essere sostenuto, garantire finanziamenti al cinema d’essai è stato un elemento centrale nel nostro lavoro”. Per la senatrice una grande novità è quella che riguarda la formazione: “Abbiamo ottenuto che ogni anno per legge il 3% dei fondi destinati al cinema sia impegnato nella scuola (formazione di insegnanti, corsi per scuole di ogni ordine e grado e investimenti in scuole che formano i futuri professionisti del cinema), attraverso una convenzione tra MIBACT e MIUR. Un provvedimento molto innovativo, che garantisce almeno 12 milioni di euro all’anno alla formazione del pubblico: ne discenderanno conseguenze anche sulla produzione”.

Al convegno è stato presentato uno studio, a cura di Bruno Zambardino in collaborazione con Ufficio Cinema Anec, Cinetel ed Ente dello Spettacolo, sulla situazione delle sale d’essai e sull’esito di alcuni film, nel momento di passaggio tra il vecchio regolamento che ha regolato i fondi 2015 e il nuovo regolamento, che recepisce le vecchie norme e anche gli elementi fondanti del progetto Schermi di Qualità. “Tra i 282 film d’essai, una cinquantina sono film di eccellenza. Come peso sul mercato, il 40% dell’incasso e quasi il 42% delle presenze è garantito dai film d’essai, tra cui ci sono ovviamente anche film di grandi risultati come Perfetti sconosciuti, Il ponte delle spie o Inside Out”. Tra i film che hanno avuto una grandissima spinta dalle sale d’essai, si possono invece citare titoli italiani come Fuocoammare, Non essere cattivo e Fiore o stranieri come La legge del mercato o Mustang. Nel 2016 sono state presentate 1229 domande di premi per sale dislocate in 839 complessi: a fine anno si verificherà quante saranno ritenute idonee. Il presidente Fice Domenico Dinoia ha così commentato lo studio: “I numeri fanno capire come certi film circolano e hanno risultati solo nelle sale d’essai. E anche quando alcuni autori diventano più importanti e i loro film si allargano a grandi circuiti, fanno ancora numeri ben diversi nelle sale di qualità: è il caso di La pazza gioia o Julieta. Il premio è possibile modularlo come in Francia sul tipo di iniziative, di formazione (attività con le scuole) e di lavoro su un certo tipo di cinema. Questo è l’obiettivo da porsi anche rispetto ai decreti attuativi”. Altro obiettivo della Fice è insistere perché venga recuperata nel ddl la figura del mediatore. Allargando lo sguardo alla situazione generale dell’esercizio d’essai, il presidente Fice è tornato a denunciare il problema della multiprogrammazione (“solo in Italia non si può fare, monosale e bisale subiscono limitazioni e vincoli anacronistici”) e della stagionalità, “che per le nostre sale è molto più grave: non avendo più film da mostrare da giugno in poi, molti esercenti devono chiudere d’estate e riabituare a settembre il pubblico a venire al cinema. Non è possibile che mesi siano distribuiti solo nuovi film americani”.

Tra gli interventi al convegno, quello del presidente ANEC Luigi Cuciniello: “La presentazione conferma un panorama complesso e molto articolato, che desta preoccupazione a causa di risorse contenute e forte parcellizzazione dei premi. Di fronte alla definizione di film d’essai, è difficile fare omologazioni ma ci sono titoli che creano possibili equivoci come anche sale che svolgono attività promiscue. Ma sappiamo quanto certi film portino risultati molto forti se inseriti in una programmazione coerente. Quanto al problema dell’estate, non si può che ribadire come ci abbia messo in ginocchio”. Cuciniello ha ricordato come l’associazione abbia seguito “con attenzione il lavoro sul ddl cinema. Oggi diventa decisivo focalizzarsi sui decreti attuativi, che lasciano spazi di manovra. Dobbiamo sintetizzare le criticità e fare proposte, perché tengano conto delle esigenze dell’esercizio, comprese le sale d’essai. Oggi andare al cinema è già di per sé una forma di cultura ma chi si specializza e lavora tutto l’anno sull’essai deve poter contare su premialità molto più forti”. Infine Cuciniello ha ricordato “le troppe storture nella distribuzione: ci sono le sale che vorrebbero fare film d’essai ma non possono. Dobbiamo intervenire per eliminarle: è il lavoro che ci attende per i prossimi mesi”.

Tra gli altri interventi al convegno: la dirigente Mibact Mariella Troccoli, il presidente AGIS Carlo Fontana, il presidente ANAC Francesco Ranieri Martinotti, la presidente SNGCI Laura Delli Colli, la presidente AGPCI Marina Marzotto, il collaboratore della Sen. Di Giorgi Leonardo Brogelli e, tra i numerosi esercenti, Mario Lorini e Paolo Protti.

(Fonte: cinenotes)
 

 

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