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I numeri dell’industria creativa

È stata presentata a Milano la seconda edizione di Italia Creativa, lo studio che offre un panorama completo dell’industria culturale e creativa. Sono stati forniti i numeri del rapporto realizzato da EY (Ernst & Young): nel 2015 l’Industria della Cultura e della Creatività in Italia ha registrato un valore economico complessivo pari a 47,9 miliardi di euro, un tasso di crescita (3%) superiore al PIL: l’86% è rappresentato da ricavi derivanti da attività legate direttamente alla filiera creativa (concezione, produzione e distribuzione di opere e servizi culturali e creativi). Il 14% da ricavi indiretti, relativi ad attività collaterali o sussidiarie. Gli occupati della filiera creativa nel 2015 hanno superato il milione di persone, di cui circa 880.000 nelle attività economiche dirette, numeri che sfiorano il 4% dell’intera forza lavoro italiana. Si tratta del terzo comparto per forza occupazionale dopo la ristorazione e l’edilizia. Tra le minacce del settore, la pirateria e il value gap: una battaglia, quella del trasferimento di valore, che si sta combattendo in sede legislativa europea per un’equa remunerazione degli sfruttamenti dei contenuti da parte degli over the top. Si stima un potenziale inespresso per l’industria creativa pari a un terzo del valore attuale e di circa 530mila occupati, con una crescita potenziale fino a 72 miliardi di euro se fossero sfruttate tutte le opportunità di crescita e contrastate le principali minacce.
 
 


Si sono susseguiti saluti istituzionali (Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano), un messaggio di Jean-Michel Jarre, presidente della Confederazione internazionale degli autori, e interventi vari, tra cui il presidente Siae Filippo Sugar che ha sottolineato l’eterogeneità dei settori rappresentati da Italia Creativa: «Non siamo abituati a stare insieme ma il diritto d'autore, motore economico della nostra industria, ci unisce tutti. Il trasferimento di valore è una questione di giustizia e di equità: i nostri settori generano contenuti e valore, se riuscissimo a riequilibrare questa situazione avremmo più risorse da investire nel sistema: come le tv, anche gli over the top devono remunerare correttamente i diritti dei prodotti che negozia». Dopo la lettura dell’appello delle associazioni dell’industria creativa (per il cinema, Anec, Anem e Anica) rivolto al Governo e al Parlamento, con cui si chiede sostegno nella lotta alla pirateria e nella protezione dei diritti dei titolari dei contenuti creativi rispetto agli operatori tecnologici (con riferimento alla proposta di “Direttiva Copyright”), il ministro Dario Franceschini ha tirato le fila dell’incontro: «Credo che siano stati fatti parecchi passi, con molti settori della creatività in crescita e vari segnali importanti. Tra questi, l’aumento di risorse a favore di quest’area». Il ministro dei Beni Culturali ha invitato gli operatori della creatività a non ragionare in termini difensivi, e ha auspicato strategie che superino l’ambito nazionale: «Se l'Europa ragiona come mercato integrato, siamo una forza senza paragoni e possiamo presentarci agli over the top molto più forti».

Franceschini ha ricordato la recente approvazione della legge cinema e il lavoro per approvare entro la fine della legislatura la legge sullo spettacolo da vivo, entrambe con un occhio di riguardo ai nuovi talenti. «Servono regole, incentivi, sostegni. Ma non bastano: occorre anche ampliare la platea, non possiamo rassegnarci al fatto che non si possono “catturare” nuovi spettatori. Dopo il successo delle domeniche gratuite al museo, c’è stato il grande risultato di Cinema2Day. Ora faremo un bilancio con produttori, distributori ed esercenti, ma credo che gli esiti non si possano misurare solo su un breve periodo: per questo faccio un appello, andiamo avanti per altri sei mesi».

(Fonte: Cinenotes)

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