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La lettera di Enrico Signorelli: “Cui prodest?”

Da alcune settimane è iniziato l’ormai classico walzer di uscite cinematografiche a dir poco schizofreniche e di smontaggi altrettanto assurdi. A chi giova tutto questo? Non di certo al mercato, che rischia nonostante Santo Zalone di ingessarsi anche nel 2016. Se non ci fosse stata l’uscita del pugliese dalle uova d’oro anche quest’anno il segno sarebbe fortemente negativo… E anche questo lunedì 27 ottobre 5 major propongono l’ingresso dei loro titoli, tutti sulla carta validi ma con l’indispensabile necessità di smontaggi selvaggi per poter far spazio ai nuovi titoli. È ormai una chimera anche nei multiplex con più schermi pensare, in alcuni mesi dell’anno, di andare oltre la terza settimana di programmazione (a volte anche la seconda è già “doppiata”). La conseguenza è quella di obbligare il pubblico che frequenta le nostre sale ad operare una difficile selezione, consapevole che il film non scelto molto probabilmente non potrà più essere visto perché la settimana successiva verrà smontato. Chi beneficia di questo tipo di programmazione?
Sono anni che gli operatori del nostro mercato si interrogano su come migliorare la distribuzione del prodotto durante l’intero anno. Purtroppo nel 2016 ci siamo ritrovati nuovamente con un’estate scarsa e con tre mesi (ottobre-gennaio) dove sarà improbabile riuscire a valorizzare in maniera adeguata il prodotto nelle nostre sale. Poi, da aprile, nuovamente un competitive più scarno…
 



Le sale in Italia sono ormai da anni perfettamente adeguate e all’avanguardia ed è evidente a tutti la loro funzione di aggregazione culturale. Gli esercenti hanno messo in atto politiche di fidelizzazione e di promozione sul territorio molto attente. Il pubblico di prossimità conosce le strutture del territorio e le frequenta con interesse. Serve sicuramente nuovo pubblico ma lo sconto incondizionato non credo sia la strada giusta. Anche l’iniziativa del Cinema2day va analizzata con extrema ratio e non con l’esaltazione dei numeri del momento. Per verificare le reali ripercussioni vanno fatte analisi approfondite (sulla settimana, il mese, il trimestre) e non limitate ai singoli giorni. Purtroppo dai primi due appuntamenti abbiamo compreso che in quella giornata arriva anche pubblico nuovo, ma che rivediamo solo al successivo appuntamento. Personalmente ho trovato corretto l’approccio ai dati fornito da Petazzi su e-duesse. La volontà del Ministro Franceschini di incrementare la partecipazione del pubblico al cinema è certamente apprezzabile e condivisibile. Personalmente ho però seri dubbi che la maggiore partecipazione del pubblico possa essere ricercata con la scontistica o con l’ingresso gratuito. È un tema molto complesso che meriterebbe ulteriori riflessioni.

I dati Eurostat , pubblicati all’inizio del 2016, indicano che gli investimenti e i consumi culturali in Italia sono tra i più bassi d’Europa. Siamo infatti il fanalino di coda sia per la percentuale di spesa pubblica destinata all’educazione, pari al 7,9% contro il 10,2% della media europea, sia per quella destinata alla cultura, pari all’1,1% contro il 2,2% della media europea (dati 2014). I consumi culturali privati sono più bassi del 27% rispetto alla media europea. Risulta infatti che l’8% del budget delle famiglie europee è destinato a consumi ricreativi e culturali, mentre per l’Italia tale dato si ferma al 6,5% con solo quattro Paesi che hanno risultati peggiori: Irlanda, Romania, Portogallo e Grecia.

Abbiamo la necessità di lavorare fianco a fianco, filiera e ministero, per analizzare dati e studiare insieme possibili soluzioni per un futuro che non basi l’esito economico di un’annata cinematografica solo sui risultati di 1 o 2 film. Continuare con la solita pratica di cannibalizzazione delle uscite e iniziative spot non credo giovi a nessuno…

Enrico Signorelli, Esercente Ariston Multisala di Treviglio e Miv-Multisala Impero di Varese e Presidente Anec Lombarda
(fonte: Cinenotes)

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