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Rapporto annuale Federculture 2016

A Milano si è svolta martedì 17 gennaio la presentazione pubblica del  Rapporto Annuale Federculture 2016, ricerca approfondita che restituisce un quadro dettagliato delle dinamiche, delle criticità e delle prospettive della Cultura del nostro Paese, attraverso contributi qualificati e dati statistici aggiornati all’anno 2016.

Si pubblicano di seguito le riflessioni in merito di Paola Bocci, Presidente Commissione Cultura Comune di Milano

"Oggi pomeriggio,  ho avuto l’opportunità di introdurre la presentazione del Rapporto annuale di Federculture e moderare l’incontro. Un incontro ricco di riflessioni iniziato con la sintesi dei dati da parte del Direttore di Federculture Claudio Bocci, a cui hanno fatto seguito i contributi di Carlo Fontana, Presidente Agis, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Renzo Iorio, Presidente Gruppo Tecnico Cultura e Sviluppo Confindustria, Andrea Rebaglio, Vice Direttore Area Arte e Cultura  di Fondazione Cariplo, Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Andrea Cancellato, Presidente Federculture.

Qui il mio intervento di apertura e alcuni materiali, predisposti da Federculture

Ringrazio  Federculture e gli Enti che hanno contribuito alla realizzazione dello studio, Fondazione Cariplo, SIAE BNL, AGIS, ACEA, per aver dato alla città questa bella opportunità di approfondimento e condivisione degli spunti e le sollecitazioni di questa pubblicazione.

Una pubblicazione ogni anno molto attesa da operatori e istituzioni culturali, perché restituisce un quadro di riferimento articolato e composito dello stato della cultura in Italia. Uno studio che incrocia ricerche quantitative, numeri e dati con una rassegna corposa di contributi tematici di esperti: sulle dinamiche che regolano il settore, sulle riforme e gli strumenti messi in campo dal Governo, sulla Governance, sulle politiche culturali locali, portando esempi di modelli innovativi e virtuosi, sui rapporti tra cultura e impresa, sull’occupazione culturale, sul ruolo della cultura nelle politiche comunitarie d’Europa, per citarne solo alcuni.

Il rapporto raccoglie ricerche e indagini statistiche  (che leggono la realtà e ci consentono di ricostruire i rapporti tra cultura e territori, cultura e turismo, investimenti pubblici e privati) completandole con approfondimenti che la interpretano e avanzano proposte, costituendo uno strumento importante, utile alla comprensione dei fenomeni e quindi all’elaborazione di politiche e strategie di culturali.

Fin dalle prime pagine di questo rapporto si sottolinea che la cultura è tornata ad essere una risorsa per il Paese, un valore e la spesa dei cittadini in cultura è in crescita.

Nei diversi trend analizzati dal Rapporto Annuale l’evidenza positiva  è che la spesa degli italiani per  la cultura è aumentata, che c’è stato un incremento del consumo (con un sensibile aumento soprattutto tra i più giovani), della fruizione culturale e del turismo culturale.

spesa

(*infografiche dal sito http://www.federculture.it/2016/07/presentazione-rapporto-annuale-federculture-2016.)

La pubblicazione di Federculture ha anche il merito di sollevare questioni, di porre domande, e di non nascondere le criticità ancora irrisolte: l’astensione culturale, cioè la totale assenza di consumo culturale, che riguarda ancora  il 18,5% della popolazione (circa 11 milioni di italiani ) e il divario tra Nord e Sud, ancora molto significativo (ad esempio se la  spesa media mensile nazionale delle famiglie dedicata a cultura, spettacoli e ricreazione arriva a 126,41 euro, nel Nord-Est è di 159 euro, nel Centro il dato è di 128 euro e nel Sud e nelle Isole rispettivamente di 84 e 78 euro).

  

C’è un’analisi puntuale sulle riforme recenti e sugli strumenti  di governo, nei diversi settori della cultura, che evidenzia l’incremento degli investimenti e degli strumenti a supporto delle politiche culturali, e le politiche di investimento sono più strutturali e di natura organica, segno che la politica è più consapevole della centralità della cultura come risorsa e motore di sviluppo.

Ma sono evidenti le difficoltà e gli sforzi compiuti in ambito culturale dalle Amministrazioni degli Enti locali, l’impoverimento degli investimenti delle amministrazioni comunali, perché nelle amministrazioni locali in tempo di crisi e di diminuzione delle entrate, per far quadrare i bilanci, al settore cultura viene richiesta una sensibile contrazione della spesa, perché la maggior parte dei suoi capitoli di spesa sono quelli considerati comprimibili.

Tanti  gli spunti di riflessione  più attuali, come la valutazione dell’impatto della riduzione dell’azione culturale di quegli enti come le Città Metropolitane che pur possedendo beni, hanno perso o hanno di molto ridimensionato le loro competenze in campo culturale, lasciando un vuoto di governance tra i diversi livelli istituzionali.

finanziamenti

O ancora  le potenzialità dei nuovi provvedimenti e strumenti governativi, come l’Art Bonus, che incoraggia mecenatismo e partecipazione, portando nei territori più di 120 milioni in due anni e che vede la Lombardia come regione ai vertici tra i beneficiari. Condivido molto la proposta di Federculture di allargamento della piattaforma dei beneficiari (non solo enti pubblici, non solo beni culturali) e dei finanziatori, ampliamento che darebbe ancora più rilevanza ad Art Bonus. 

Consolidiamo la convinzione che quando si investe in cultura, si generano vantaggi sociali ed economici, si contribuisce alla crescita della qualità della vita delle comunità, e alla capacità attrattiva dei territori, che incoraggia il turismo, e attira comunità professionali creative, che incidono in modo tutt’altro che marginale sui processi di riqualificazione urbana e sociale dei territori e delle città.

I territori e gli enti locali sono i contesti dove più si misura la funzione sociale ed economica della cultura, di quanto può configurarsi come motore di sviluppo in tempo di crisi, per il sistema di imprese dell’economia dei territori e per i suoi cittadini.

Milano ha visto negli ultimi anni crescere l’offerta culturale, in qualità oltre che in quantità, tanto che la nostra città si è definitivamente affermata come un polo culturale di livello internazionale, con un annata straordinaria anche nel 2016.

E questo perché ha incrementato la spesa in conto capitale relativa alla funzione Cultura, ma anche perché ha cambiato visione, e ha saputo ridisegnare i rapporti  con privati e Fondazioni, impostandoli su obiettivi comuni, ha diversificato e articolato l’offerta, e oltre ad investire strategicamente sulle istituzioni culturali storiche, ha valorizzato e creato sistemi con le attività e le strutture culturali del territorio (le biblioteche e il sistema dei teatri), ha consolidato le relazioni con la filiera della formazione,  ha facilitato e supportato la nascita o la crescita  di nuove realtà culturali, che hanno scommesso anche su luoghi decentrati (Mare Culturale Urbano, Laboratorio Formentini, Fondazione Prada, BASE) , ha introdotto modelli e progetti non occasionali di cultura diffusa (BookCity e Piano City), con l’obbiettivo di far crescere il patrimonio di conoscenza e l’accesso al sapere di tutta la sua comunità.

In una parola Milano è sempre più il luogo dove  la parola Cultura non significa solo Bene Culturale ma anche attività culturale (una contrapposizione che putroppo ancora resiste, speriamo sempre meno però), perché è il tempo di dare pari dignità ad entrambe e sollecitarne la complementarietà, l’alleanza, che consente di produrre  nuova cultura, Questa è la chiave di uno sviluppo efficace e proficuo, perché la cultura ha tante facce e la scelta vincente è quella di tenere insieme le sue tante anime e fare in modo che si confrontino sempre più spesso con continuità e sempre più in profondità."

Di seguito una sintesi del rapporto:
sintesi_dati_rapporto-federculture2016-1

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